Cina e Taiwan spalancano le porte al nostro extravergine di oliva, il cui export è cresciuto del 41% nell’ultimo anno
Un nuovo ponte verso la Cina per l’export dell’olio extravergine di oliva, prodotto bandiera del made in Italy, grazie all’accordo siglato da Veronafiere e Hong Kong Convention and Exhibition Centre, lanciato con il Sol Intl’ EVO Oil Show che si è svolto dall’8 al 10 novembre scorsi.
Alla tre giorni di Hong Kong hanno partecipato in forma collettiva produttori, consorzi, associazioni dell’olio extravergine di oliva interessati a vendere, promuovere e posizionare i propri prodotti in Cina, ai quali Veronafiere offre servizi e supporto tecnico, oltre ad una convenzione per la spedizione degli oli.
L’iniziativa ha rappresentato il riconoscimento, in Asia, del ruolo di leader mondiale dell’Italia nel settore dell’olio di oliva, che proietta i produttori nazionali sul mercato cinese, grazie allo status privilegiato di Hong Kong in materia di controlli alle frontiere, dazi, procedure doganali per l’accesso delle merci in Cina. Secondo i dati Istat, nel 2017 l’olio evo italiano ha fatto segnare un fatturato di oltre 40 milioni di euro, con una crescita del 41% rispetto all’anno precedente.
Nel paese asiatico la domanda di olio d’oliva è in aumento straordinario: le importazioni sono arrivate a 45mila tonnellate nella campagna olearia 2017/2018 che si è conclusa il 30 settembre scorso, contro le 44mila del 2016/2017. Un incremento significativo di un trend che vede il mercato cinese avvicinarsi ai consumi del Giappone, che a sua volta ha importato 55mila tonnellate, mille in più rispetto all’annata precedente. Significativo anche il consumo dell’isola di Taiwan, attestato a 6,5 tonnellate.
Solo dieci anni fa il consumo di olio d’oliva nei Paesi asiatici era assai modesto, pressoché inesistente. Per la Cina le prime statistiche risalgono al 2008/2009, quando furono importate 12mila tonnellate, mentre il Giappone era a 30mila e Taiwan a 4.